UN PONTE CHIAMATO MALANOVA
Il ponte sullo Stretto di Messina esiste già, e ha
un nome si chiama Malanova. I Malanova fanno musica,
e la loro musica è il ponte. In un isola dove un certo stereotipo
dell'atavismo ha voluto i siciliani costretti con lo sguardo per terra,
questi musicisti hanno trovato le ragioni che li fanno guardare in alto
e oltre. Hanno lo sguardo lungo.
La loro musica sa proiettarsi verso un Occidente meridionale
d'oltre oceano dalle sonorità andine dei fiati, alle quali si mescolano
le percussioni di un Meridionale assoluto, arabo. Tale meridionalità
spiccata, tuttavia, si addolcisce a tratti nelle scorrevolezze di archi
che richiamano la tradizione celtica, in un fondersi continuo e colto.
I loro strumenti sanno di antico senza confini, e ripercorrono
in modo originale i canoni sonori della sicilianità. Sono però
le voci a localizzare, con il dialetto, nell'assoluto rilievo di una voce
femminile davvero bella da innamorare.
Gli spazi propriamente isolani della musica emergono
rivisitati da un pudore che parla di appartenenza che non vuole essere gabbia,
evidenziando consapevolezza etnica e non, come purtroppo spesso accade,
scontato colore folcloristico.
I testi alternano alla componente legata alla quotidionità
e ai sentimenti un impegno cui fa a volteda cornice la citazione favolistica,
Esopo al servizio dela musica. Interessante la delicata rielaborazione della
fontana, in genere però reso picante dal doppio senso, come peresmpio
in "a lancedda" di Otello Profazio,
Calabria dello Stretto, o "sia maledetta l'acqua" della Nuova
Compagnia di Canto Popolare, Campania.
La ricchezza musicale d'insieme, tuttavia, assimila
le parole alle note, per concorrere a un quadro generale arricchito dalla
ricercatezza degli arragiamenti, e dovrebbero permettere l'ascolto anche
a coloro che non conprendono il siciliano.
Se si volesse a ogni costo costrinngersi a un paragone
- siamo tutti figli o nipoti di qualcuno - non può non venire alla
mente la già citata Nuova Compagnia di Canto Popolare, e senza blasfemi,
anzi, perchè il Piccolo Laboratorio Etnico Malanova gode dell'originalità
delle composizioni, dovute alla vena di Pietro Mendolia. Il paragone è
comunque nobile, e a questi siciliani dallo sguardo più lungo di
qualsiasi ponte spetterebbe senza riserve lo stesso succeso dei loro formidabili
colleghi napoletani.
Giovanni CHIARA